MDLSX: forte l'impatto, debole l'ideologia

Già dal punto di vista formale MDLSX è spettacolo inconsueto: un Dj/Vj Set, ossia la performance di un dj che presenta una serie di video e audio. Qui però la dj è attrice (la brava Silvia Calderoni) e mette in gioco (decisamente) il proprio corpo. C'è qui una prima triade: audio, video, corpo. Lo spettacolo ne cela poi una seconda, fatta di tre livelli. Il primo livello, il fondamentale, è la vicenda narrata in Middlesex, romanzo di J. Eugenides del 2002, del quale è protagonista una ragazza dai caratteri sessuali misti, ermafrodita. Tale vicenda è l'ossatura del discorso, come lo stesso titolo suggerisce: MDLSX è eco di Middlesex. Il secondo livello è la modalità di rappresentazione della vicenda Middlesex, potremmo dire il personale modo di sentire/interpretarla, che passa necessariamente attraverso il filtro personale, in questo caso dell'attrice/dj (che in alcuni video compare ragazzina). Il terzo livello è quello ideologico, con la proclamazione di teorie proprie del queer, l'ambito delle eccentricità sessuali, oltre e contro ogni definizione. Dall'incontro della doppia triade nasce uno spettacolo avvincente e provocante, che quasi obbliga il pubblico a avventurarsi per vie diverse (sicuramente dal punto di vista musicale per chi, come il sottoscritto, non ha dimestichezza alcuna col tipo di musica proposto). Vale la pena di fare lo sforzo, onde entrare per così dire dal di dentro in questioni che oggi suscitano discussioni e tensioni anche eccessive, e coglierne lo spessore esistenziale. Qui credo che il pregio stia in primo luogo nel romanzo, del quale vengono letti ampi stralci. Pure il livello dell'interpretazione, testimonianza di un'appassionata volontà di interazione - col testo da una parte, col pubblico dall'altra - merita attenzione. Quanto ai manifesti ideologici, sono la parte debole dello spettacolo. Non parlo del contenuto, quanto del fatto che sanno un po' di appiccicato, didascalico, a suo modo convenzionale. L'esperienza umana è sempre degna di attenzione, ed esige che ci si accosti ad essa come in punta di piedi. In questo senso il famoso "chi sono io per giudicare?" è esemplare. Qui i princìpi, tutti, devono per un attimo tacere e mettersi in ascolto. Quando l'espressione artistica diventa luogo di dichiarazioni teoriche, scade nella propaganda. Il livello della teoria, pur legittimo e anzi doveroso, non è quello dell'arte, che si propone piuttosto la rappresentazione - viva, efficace, eloquente e sconcertante - della vita, dalla quale semmai scaturisce l'intellezione, o almeno i suoi semi. A questo punto si dovrebbe proprio entrare nell'arena del dibattito che le questioni in gioco, sicuramente complesse, esigono. Ci fermiamo qui, paghi di aver colto ancora una volta la grandezza di questo microcosmo in cui si specchia il macrocosmo, questo magnifico universo che è l'essere umano: pianta e animale, maschio e femmina, corpo e spirito, terra e cielo.
MDLSX, con Silvia Calderoni; regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò; drammaturgia Daniela Nicolò e Silvia Calderoni; produzione Motus 2015. Teatro Fabbricone, Prato, 23-26 febbraio 2017.

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