Post

Visualizzazione dei post da 2012

Maria SS. Madre di Dio - anno C: Salmo 67,2

Immagine
Salmo 67,2 Dio abbia pietà di noi e ci benedica Deus misereatur nostri et benedicat nobis Galati 4,4-6 Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Questo salmo annuncia la manifestazione del Verbo di Dio tra gli uomini. Il profeta (il salmista) prega per affrettare l’incarnazione, che porterà tutte le benedizioni messianiche e specialmente la conoscenza di Dio (Atanasio). Nel dono dello Spirito, che ci fa figli per adozione, si realizza ogni misericordiosa benedizione divina.

Santa Famiglia - anno C: Salmo 84,5

Immagine
Salmo 84,5 Beato chi abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi. TILC felice chi sta nella tua casa: potrà lodarti senza fine. Beati, qui habitant in domo tua: in perpetuum laudabunt te. 1Gv 3,2: Noi saremo simili a Dio, perché lo vedremo così come egli è. "La felicità è abitare nella casa del Signore perché loderemo Dio nei secoli dei secoli" (Eusebio). Se la famiglia è quasi una "Chiesa domestica",  la casa dove si vive la vita familiare è come un sacramento della casa di Dio, nella quale vediamo Dio divenendo come lui, fatti canto di lode alla sua gloria.

Natale del Signore, messa del giorno, anno C: Salmo 96,1

Immagine
Salmo 96,1 CEI: Cantate al Signore un canto nuovo NV: Cantate Domino canticum novum Ebrei 1,3: Il Figlio è irradiazione della gloria di Dio (Padre) La Scrittura ci ricorda costantemente la necessità di cantare Dio. Il canto di lode non è estetismo, poesia fine a se stessa. Se lo spettacolo dell’amore di Dio (la sua gloria) non suscita mai canto e apprezzamento entusiastico, vuol dire che non è percepito. Giovanni 1,14: Noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità Il canto è res amoris, questione di amore, scrive S. Agostino. Il canto è il mio destino eterno (cf. Ap 15,3). Cantare Dio è il senso della vita. Essa non serve ad altri scopi, a realizzare qualcos’altro, chissà cosa, magari il Regno di Dio! Ma il Regno di Dio è proprio questo: il Regno è canto, e si edifica cantando.

IV domenica di avvento - anno C: Salmo 80,19

Immagine
Facci rivivere (Signore,) e invocheremo il tuo Nome. Vivificabis nos, et nomen tuum invocabimus. TILC ridonaci la vita e invocheremo il tuo nome. Luca 1,41-42 Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!». Origene: «Colui che ci fa vivere è colui che ha detto: "Io sono la Vita" (Gv 14,6). Il frutto benedetto del grembo di Maria è la Vita vera che rigenera la nostra vita morta. Ebrei 10,5-7 Cristo dice: «Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà». "Allorché il Salvatore apparirà, noi abbandoneremo gli idoli e non ci allontaneremo più da te" (Eusebio). La ferma determinazione di cercare vita solo presso Dio - di invocare solo lui - esprime e realizza la liberazione da ogni schiavitù di morte.

III domenica di avvento - anno C: Is 12,2 (cf. Es 15,2 e Sal 118,14)

Immagine
Is 12,2 (cf. Es 15,2 e Sal 118,14) Mia forza e mio canto è il Signore; egli è stato la mia salvezza. TILC Mi dai forza: canterò in tuo onore, Signore, mio Salvatore. NV fortitudo mea et laus mea Dominus, et factus est mihi in salutem Fil 4,4 Siate sempre lieti nel Signore Lc 3,16 Giovanni rispose a tutti dicendo: "Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me". Quando scopro che che la (mia) storia è in mano a Dio e non a potenze estranee, e che sto saldamente nella vita, allora sono nella gioia. Allora canto al Signore. In questo canto, espressione della certezza che “il Signore regna” (Es 15,18), sta l'unica vera possibile forza di salvezza: “mia forza e mio canto è il Signore!” (Es 15,2). Il canto è forza e la forza è canto. Senza canto, la forza è violenza, cieca autoaffermazione, imposizione. Forza vera è il cantico nuovo dello stupore felice che sgorga dal cuore di fronte alla gloria di Dio. Senza forza, il canto è allegria inconsisten

II domenica di avvento, anno C: Salmo 126,5

Immagine
Salmo 126,5 chi semina nel pianto, raccoglie nella gioia - CEI Chi semina nel pianto mieterà nella gioia! - TILC Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. - NV Qui seminant in lacrimis, in exsultatione metent. Lc 3,3 Giovanni il Battista percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. S. Ilario: È necessario per noi seminare confessando i peccati. Ci rattristeremo della nostra debolezza, ci lamenteremo e soffriremo nella nostra coscienza, perché non saremo mai in grado di osservare degnamente i precetti di Dio secondo il proposito della volontà. Allora, ciò che avremo seminato nelle lacrime, mieteremo nella gioia. Nell'andare, piangiamo; nel tornare, esulteremo nella letizia, ripieni dei frutti delle nostre opere e carichi dei covoni della messe da noi coltivata, consolati da Cristo, benedetto nei secoli. Fil 1,9 ... la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento Ispirandoci ancora a S. I

1 domenica di avvento - anno C: Salmo 25,1

Immagine
Traduzione CEI 2008 e TILC: A te, Signore, innalzo l'anima mia. traduzione latina ufficiale (Nova Vulgata): Ad te, Domine, levavi animam meam Una frase del Nuovo Testamento (dalla medesima liturgia): Lc 21,25-36 Vi saranno segni... alzate il capo, la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi: i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e ansie della vita. Vegliate, per avere la forza di presentarvi al Figlio dell'uomo. I Padri hanno descritto la preghiera come una elevazione dell'anima a Dio. Raccogliamo la nostra interiorità dispersa su una miriade di oggetti esteriori e la volgiamo a Dio. Ci innalziamo fino a lui. Ci protendiamo verso lui. Ci mettiamo alla sua presenza. Chi si innalza fino a Dio: non si dissipa, non si ubriaca, non affoga nell'ansia, alza il capo al di sopra del semplice orizzonte mondano, è in grado di cogliere i segni della liberazione.

Nuovo ciclio triennale

E così siamo arrivati alla fine di un (altro) ciclo, il commento alla seconda lettura festiva, condotto più che altro a partire dall'opera di S. Tommaso d'Aquino. Con l'avvento 2012 prende il via il progetto "Ruminar Salmi", una proposta di meditazione su una frase tratta dal salmo responsoriale della liturgia domenicale. Si tratta di un video settimanale pubblicato su Youtube della durata di 3 minuti circa, che riporta due o tre traduzioni della frase in questione, una o due frasi del Nuovo Testamento dalle letture della stessa liturgia, per collegare l'Antico al Nuovo, un pensiero di commento (spesso ispirato ai Padri della Chiesa) e infine un suggerimento per la ruminazione. La ruminazione è la ripetizione di una breve preghiera o frase biblica, con esclusione di ogni altro pensiero. Settimanalmente posterò il link e il sommario del contenuto. Per tre anni. O almeno così speriamo.

25 novembre 2012 - XXXIV domenica del tempo ordinario (Cristo Re)

Apocalisse 1,8 Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente! Ἐγώ εἰμι τὸ Ἄλφα καὶ τὸ Ὦ, λέγει κύριος ὁ θεός, ὁ ὢν καὶ ὁ ἦν καὶ ὁ ἐρχόμενος, ὁ παντοκράτωρ. Ego sum alpha et omega, principium et finis, dicit Dominus Deus; qui est, et qui erat, et qui venturus est, omnipotens. L'espressione, che ricorre tre volte nell'Apocalisse (1,8; 21,6; 22,13), richiama Dio come principio (alfa) e fine (omega) dell'uomo e della creazione: tutto viene da Dio come principio e tende verso di lui come fine ( A .). Il fine ultimo non può essere che il bene massimo, al quale tutto è ordinato, e che mette in movimento tutto, venendo in tal modo ad essere anche causa prima ( B .). A. Super Sent., lib. 1, distinctio 2, quaestio 1, prooemium Postquam inquisivit ea de quibus agendum est in hoc opere, hic prosequitur suam intentionem, et dividitur in duas partes. Cum enim, ut supra dictum est, in prooem., sacrae doctrinae intentio sit circa d

18 novembre 2012 - XXXIII domenica del tempo ordinario

Ebrei 10,12-14 Cristo, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. οὗτος δὲ μίαν ὑπὲρ ἁμαρτιῶν προσενέγκας θυσίαν εἰς τὸ διηνεκὲς ἐκάθισεν ἐν δεξιᾷ τοῦ θεοῦ, τὸ λοιπὸν ἐκδεχόμενος ἕως τεθῶσιν οἱ ἐχθροὶ αὐτοῦ ὑποπόδιον τῶν ποδῶν αὐτοῦ: μιᾷ γὰρ προσφορᾷ τετελείωκεν εἰς τὸ διηνεκὲς τοὺς ἁγιαζομένους. hic autem unam pro peccatis offerens hostiam, in sempiternum sedet in dextera Dei, de cetero exspectans donec ponantur inimici eius scabellum pedum eius. 14 Una enim oblatione, consummavit in sempiternum sanctificatos. A. Summa theologiae IIIª q. 83 a. 1 Videtur quod in celebratione huius sacramenti Christus non immoletur. SEMBRA che nella celebrazione di questo sacramento Cristo non venga immolato. Infatti: 1. Dicitur enim Hebr. X, quod Christus una oblatione consumm

11 novembre 2012 - XXXII domenica del tempo ordinario

Ebrei 9,27-28 Come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza. καὶ καθ' ὅσον ἀπόκειται τοῖς ἀνθρώποις ἅπαξ ἀποθανεῖν, μετὰ δὲ τοῦτο κρίσις, οὕτως καὶ ὁ Χριστός, ἅπαξ προσενεχθεὶς εἰς τὸ πολλῶν ἀνενεγκεῖν ἁμαρτίας, ἐκ δευτέρου χωρὶς ἁμαρτίας ὀφθήσεται τοῖς αὐτὸν ἀπεκδεχομένοις εἰς σωτηρίαν. Et quemadmodum statutum est hominibus semel mori, post hoc autem iudicium, sic et Christus semel oblatus est ad multorum exhaurienda peccata, secundo sine peccato apparebit exspectantibus se, in salutem. Cristo doveva liberarci dal peccato e dalla morte, dalla radice velenosa e dai suoi effetti letali, per questo ha voluto morire (prima liberazione) e risuscitare (seconda liberazione). La sua morte è per noi liberazione dal peccato (ecco il testo di Ebrei)

4 novembre 2012 - XXXI domenica del tempo ordinario

Ebrei 7,23-25 [Nella prima alleanza] in gran numero sono diventati sacerdoti, perché la morte impediva loro di durare a lungo. Cristo invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore. καὶ οἱ μὲν πλείονές εἰσιν γεγονότες ἱερεῖς διὰ τὸ θανάτῳ κωλύεσθαι παραμένειν: ὁ δὲ διὰ τὸ μένειν αὐτὸν εἰς τὸν αἰῶνα ἀπαράβατον ἔχει τὴν ἱερωσύνην: ὅθεν καὶ σῴζειν εἰς τὸ παντελὲς δύναται τοὺς προσερχομένους δι' αὐτοῦ τῷ θεῷ, πάντοτε ζῶν εἰς τὸ ἐντυγχάνειν ὑπὲρ αὐτῶν. Et alii quidem plures facti sunt sacerdotes, idcirco quod morte prohiberentur permanere; hic autem eo quod maneat in aeternum, sempiternum habet sacerdotium. Unde et salvare in perpetuum potest accedentes per semetipsum ad Deum, semper vivens ad interpellandum pro nobis. A. Commento al Simbolo degli Apostoli , art. 6: "è salito al cielo e siede alla destra di Dio P

1 novembre - Tutti i Santi

Su 1Gv 3,1-3 (in rapporto alle beatitudini) vedi qui .

29 ottobre 2012 - XXX domenica del tempo ordinario

Ebrei 5,1-4 Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Πᾶς γὰρ ἀρχιερεὺς ἐξ ἀνθρώπων λαμβανόμενος ὑπὲρ ἀνθρώπων καθίσταται τὰ πρὸς τὸν θεόν, ἵνα προσφέρῃ δῶρά τε καὶ θυσίας ὑπὲρ ἁμαρτιῶν, μετριοπαθεῖν δυνάμενος τοῖς ἀγνοοῦσιν καὶ πλανωμένοις, ἐπεὶ καὶ αὐτὸς περίκειται ἀσθένειαν, καὶ δι'αὐτὴν ὀφείλει καθὼς περὶ τοῦ λαοῦ οὕτως καὶ περὶ αὐτοῦ προσφέρειν περὶ ἁμαρτιῶν. καὶ οὐχ ἑαυτῷ τις λαμβάνει τὴν τιμήν, ἀλλὰ καλούμενος ὑπὸ τοῦ θεοῦ, καθώσπερ καὶ Ἀαρών. Omnis namque pontifex ex hominibus assumptus, pro hominibus constituitur in iis quae sunt

21 ottobre 2012 - XXIX domenica del tempo ordinario

Ebrei 4,15-16 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno. οὐ γὰρ ἔχομεν ἀρχιερέα μὴ δυνάμενον συμπαθῆσαι ταῖς ἀσθενείαις ἡμῶν, πεπειρασμένον δὲ κατὰ πάντα καθ' ὁμοιότητα χωρὶς ἁμαρτίας. 16προσερχώμεθα οὖν μετὰ παρρησίας τῷ θρόνῳ τῆς χάριτος, ἵνα λάβωμεν ἔλεος καὶ χάριν εὕρωμεν εἰς εὔκαιρον βοήθειαν. Non enim habemus pontificem qui non possit compati infirmitatibus nostris, tentatum autem per omnia pro similitudine absque peccato. Adeamus ergo cum fiducia ad thronum gratiae, ut misericordiam consequamur, et gratiam inveniamus in auxilio opportuno. Summa Theologiae IIIª q. 59 a. 2 Ad secundum sic proceditur. Videtur quod iudiciaria potestas non conveniat Christo secundum quod est homo. SEMBRA che il pot

14 ottobre 2012 - XXVIII domenica del tempo ordinario

Ebrei 4,12 La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Ζῶν γὰρ ὁ λόγος τοῦ θεοῦ καὶ ἐνεργὴς καὶ τομώτερος ὑπὲρ πᾶσαν μάχαιραν δίστομον καὶ διϊκνούμενος ἄχρι μερισμοῦ ψυχῆς καὶ πνεύματος, ἁρμῶν τε καὶ μυελῶν, καὶ κριτικὸς ἐνθυμήσεων καὶ ἐννοιῶν καρδίας: Vivus est enim sermo Dei, et efficax et penetrabilior omni gladio ancipiti : et pertingens usque ad divisionem animæ ac spiritus : compagum quoque ac medullarum, et discretor cogitationum et intentionum cordis. Sulla distinzione tra anima e spirito si vedano queste note su 1Tessalonicesi 5,23.

7 ottobre 2012 - XXVII domenica del tempo ordinario

Ebrei 2,11 Colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli. ὁ τε γὰρ ἁγιάζων καὶ οἱ ἁγιαζόμενοι ἐξ ἑνὸς πάντες: δι'ἣν αἰτίαν οὐκ ἐπαισχύνεται ἀδελφοὺς αὐτοὺς καλεῖν... Qui enim sanctificat, et qui sanctificantur, ex uno omnes. Propter quam causam non confunditur fratres eos vocare... L'umanità di Cristo è santificata (dall'unione con il Verbo) e santificante (gli altri uomini) (A.). Santificare appartiene propriamente a Dio solo, il che dimostra che Cristo non è un semplice uomo "adottato" da Dio, come alcuni eretici hanno sostenuto (B.). A. Summa Theologiae IIIª q. 34 a. 1 Videtur quod Christus non fuerit sanctificatus in primo instanti suae conceptionis. SEMBRA che Cristo non sia stato santificato nel primo istante del suo concepimento.  ... 3. Praeterea, sicut per verbum Dei omnia facta sunt, ita per verbum incarnatum sunt omnes homines sanctificati qui sanct

30 settembre 2012 - XXVI domenica del tempo ordinario

Giacomo 5,1-2 Ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Ἄγε νῦν οἱ πλούσιοι, κλαύσατε ὀλολύζοντες ἐπὶ ταῖς ταλαιπωρίαις ὑμῶν ταῖς ἐπερχομέναις. ὁ πλοῦτος ὑμῶν σέσηπεν καὶ τὰ ἱμάτια ὑμῶν σητόβρωτα γέγονεν. Agite nunc divites, plorate ululantes in miseriis vestris, quae advenient vobis. Divitiae vestrae putrefactae sunt, et vestimenta vestra a tineis comesta sunt. Nel suo Commento a Geremia , Tommaso fa qualche rapida annotazione su Ger 9,22 (23) (Non glorietur sapiens in sapientia sua, et non glorietur fortis in fortitudine sua, et non glorietur dives in divitiis suis - Non si vanti il sapiente della sua sapienza, non si vanti il forte della sua forza, non si vanti il ricco della sua ricchezza). La fiducia che si ripone nella sapienza, nella forza e nella ricchezza è mal riposta in quanto: * la sapienza passa, è imperfetta, inorgoglisce, accresce il dolore * la forza

23 settembre 2012 - XXV domenica del tempo ordinario

Giacomo 3,17-18 La sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia. ἡ δὲ ἄνωθεν σοφία πρῶτον μὲν ἁγνή ἐστιν, ἔπειτα εἰρηνική, ἐπιεικής, εὐπειθής, μεστὴ ἐλέους καὶ καρπῶν ἀγαθῶν, ἀδιάκριτος, ἀνυπόκριτος: καρπὸς δὲ δικαιοσύνης ἐν εἰρήνῃ σπείρεται τοῖς ποιοῦσιν εἰρήνην. Quæ autem desursum est sapientia, primum quidem pudica est, deinde pacifica, modesta, suadibilis, bonus consentiens, plena misericordia et fructibus bonis, non judicans, sine simulatione. Fructus autem iustitiae, in pace seminatur, facientibus pacem. Occupandosi del dono di sapienza in rapporto alle beatitudini, Tommaso fa una esegesi di questo passo. Summa Theologiae IIª-IIae q. 45 a. 6 Videtur quod septima beatitudo non respondeat dono sapientiae. SEMBRA che al dono della sapienza non corrisponda la settima beatitudine. ... 3. Praet

16 settembre 2012 - XXIV domenica del tempo ordinario

Giacomo 2,18 Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede». Ἀλλ' ἐρεῖ τις, Σὺ πίστιν ἔχεις κἀγὼ ἔργα ἔχω. δεῖξόν μοι τὴν πίστιν σου χωρὶς τῶν ἔργων, κἀγώ σοι δείξω ἐκ τῶν ἔργων μου τὴν πίστιν. Sed dicet quis: Tu fidem habes, et ego opera habeo; ostende mihi fidem tuam sine operibus, et ego ostendam tibi ex operibus fidem meam. S. Tommaso associa la famosa espressione di Giacomo alla figura di S. Giovanni il Battista: uno che faceva i fatti, come appare sia in A. (il martirio) che in B. (commento a Mt 3,5: Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutto il paese d’intorno al Giordano presero ad accorrere a lui). A. Summa Theologiae IIª-IIae, q. 124 a. 5 Videtur quod sola fides sit causa martyrii. SEMBRA che la fede soltanto possa esser causa del martirio.  ... Respondeo dicendum quod, sicut dictum est, martyres dicuntur quasi testes, quia scilicet corporalibus suis passio

9 settembre 2012 - XXIII domenica del tempo ordinario

Giacomo 2,5 Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? Ἀκούσατε, ἀδελφοί μου ἀγαπητοί. οὐχ ὁ θεὸς ἐξελέξατο τοὺς πτωχοὺς τῷ κόσμῳ πλουσίους ἐν πίστει καὶ κληρονόμους τῆς βασιλείας ἧς ἐπηγγείλατο τοῖς ἀγαπῶσιν αὐτόν; Audite, fratres mei dilectissimi: nonne Deus elegit pauperes in hoc mundo, divites in fide, et haeredes regni, quod repromisit Deus diligentibus se? I giusti sono sempre ricchi? Al contrario! La mentalità anticotestamentaria promette beni materiali al giusto, per attirarlo ai beni spirituali (B.). I giusti/poveri non cadono in oblio di fronte a Dio e i loro oppressori saranno puniti (A.). Povertà: - di beni materiali - dell'umiltà - dell'afflizione - della conoscenza - dell'imperfezione (C.). Esiste una povertà "abituale" e una "attuale": la prima è il distacco dalla ricchezza che pure si possiede, la se

2 settembre 2012 - XXII domenica del tempo ordinario

Giacomo 1,22 Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi. Γίνεσθε δὲ ποιηταὶ λόγου καὶ μὴ μόνον ἀκροαταὶ παραλογιζόμενοι ἑαυτούς. Estote autem factores verbi, et non auditores tantum, fallentes vosmetipsos. La teologia è una scienza speculativa o pratica? Tutte e due (A. e B.). Ogni cristiano deve essere in rapporto vivo e costante con la Parola di Dio, il che significa: 1. ascoltarla 2. crederla 3. meditarla 4. praticarla 5. annunziarla. In tutto ciò è esemplare la Vergine Maria (C.). A. Summa Iª q. 1 a. 4 Videtur quod sacra doctrina sit scientia practica. Finis enim practicae est operatio, secundum philosophum in II Metaphys. Sacra autem doctrina ad operationem ordinatur, secundum illud Iac. I, estote factores verbi, et non auditores tantum . Ergo sacra doctrina est practica scientia. SEMBRA che la sacra dottrina sia una scienza pratica. E infatti: 1. Secondo Aristotele "fine della scienza pratica è l'operaz

26 agosto 2012 - XXI domenica del tempo ordinario

Efesini 5,31-32 Per questo l’uomo lascerà (il) padre e (la) madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! ἀντὶ τούτου καταλείψει ἄνθρωπος [τὸν] πατέρα καὶ [τὴν] μητέρα καὶ προσκολληθήσεται πρὸς τὴν γυναῖκα αὐτοῦ, καὶ ἔσονται οἱ δύο εἰς σάρκα μίαν. τὸ μυστήριον τοῦτο μέγα ἐστίν, ἐγὼ δὲ λέγω εἰς Χριστὸν καὶ εἰς τὴν ἐκκλησίαν. Propter hoc relinquet homo patrem et matrem suam, et adhaerebit uxori suae, et erunt duo in carne una. Sacramentum hoc magnum est, ego autem dico in Christo et in Ecclesia. Proles, fides, sacramentum, ossia i figli, la fedeltà e il legame sacramentale (indissolubile): questi i valori del matrimonio secondo S. Agostino, che S. Tommaso riprende in Summa Contra Gentiles , lib. 4 cap. 78, dove si parla del sacramento del matrimonio. Come negli altri sacramenti i gesti materiali rappresentano realtà spirituali, così nel matrimonio: l'unione dell'uomo e della don

19 agosto 2012 - XX domenica del tempo ordinario

Efesini 5,15 Fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi. Βλέπετε οὖν ἀκριβῶς πῶς περιπατεῖτε, μὴ ὡς ἄσοφοι ἀλλ' ὡς σοφοί. Videte itaque, fratres, quomodo caute ambuletis, non quasi insipientes, sed ut sapientes. Alla prudenza è necessaria la cautela? La domanda sembra incomprensibile oggi, perché le due cose, per una distorsione che ora non ci mettiamo a illustrare, sono diventate sinonime. Non così per Tommaso, per il quale prudenza è la capacità di fare le scelte pratiche che sono realmente virtuose, buone. Alla nostra questione Tommaso risponde sì: l'uomo prudente deve essere cauto; non per guardarsi dagli atti di virtù: ma per cautelarsi da ciò che potrebbe impedire codesti atti (cautio non est necessaria in moralibus actibus ut aliquis sibi caveat ab actibus virtutum, sed ut sibi caveat ab eis per quae actus virtutum impediri possunt, ad 1). Ossia, l'uomo prudente NON è cauto nel fare il bene (facciamo il bene ma non t

12 agosto 2012 - XIX domenica del tempo ordinario

Efesini 5,1 Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi... γίνεσθε οὖν μιμηταὶ τοῦ θεοῦ, ὡς τέκνα ἀγαπητά... Estote ergo imitatores Dei, sicut filii carissimi... A. Spiegazione del Padre Nostro: Come nostro Padre, dobbiamo a Dio: 1. onore 2. imitazione 3. obbedienza 4. docilità. Sviluppando il punto 2.: l'imitazione si realizza 1. nell'amore (ecco la citazione di Efesini) 2. nella misericordia 3. nella perfezione. B. Compendio di teologia a frate Rainaldo: Quando si prega si deve dire "Padre nostro" e non "Padre mio". Il figlio di Dio, colui che ha Dio per Padre, si riconosce principalmente dalla carità (ecco la citazione). E se la carità di Dio si riversa su tutti, chi prega lo fa per tutti. C. Summa:  Se dobbiamo imitare Dio, e Dio non ha passioni, allora qualunque passione è cattiva? A. Expositio in orationem dominicam, prooemium: Secundo debemus ei imitationem, quia pater est. Ier. III, 19: patrem vocabis me, et post me ing

5 agosto 2012 - XVIII domenica del tempo ordinario

Efesini 4,20-24 Voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità. ὑμεῖς δὲ οὐχ οὕτως ἐμάθετε τὸν Χριστόν, εἴ γε αὐτὸν ἠκούσατε καὶ ἐν αὐτῷ ἐδιδάχθητε, καθώς ἐστιν ἀλήθεια ἐν τῷ Ἰησοῦ, ἀποθέσθαι ὑμᾶς κατὰ τὴν προτέραν ἀναστροφὴν τὸν παλαιὸν ἄνθρωπον τὸν φθειρόμενον κατὰ τὰς ἐπιθυμίας τῆς ἀπάτης, ἀνανεοῦσθαι δὲ τῷ πνεύματι τοῦ νοὸς ὑμῶν, καὶ ἐνδύσασθαι τὸν καινὸν ἄνθρωπον τὸν κατὰ θεὸν κτισθέντα ἐν δικαιοσύνῃ καὶ ὁσιότητι τῆς ἀληθείας. Vos autem non ita didicistis Christum, si tamen illum audistis, et in ipso edocti estis, sicut est veritas in Jesu, deponere vos secundum pristinam conversationem veterem hominem, qui corrumpitur secundum desideria